TASSONOMIA UE: 

l'Italia alla COP non fa il suo dovere  

(si stanno per riconoscere nucleare e gas come fonti quasi pulite, "transizionali")

 Germania Spagna e altri 5 paesi dicono no ma l'Italia resta alla finestra (da il Fatto Quotidiano - 11 novembre 2021)

Il nostro paese non ha partecipato alla conferenza stampa, a Glasgow, in cui altri paesi hanno invece preso una posizione netta, sottoscrivendo una dichiarazione contro l'inserimento del nucleare nella tassonomia Ue

di Luisiana Gaita  

Silenzio assenso. Per il nucleare. Perché alla Cop26, il governo italiano ha dato l'ennesima prova della strada che vuole intraprendere rispetto all'energia dell'atomo. E lo ha fatto non partecipando alla conferenza stampa in ambito Cop26 durante la quale Germania, Austria, Lussemburgo, Portogallo, Danimarca, Irlanda e Spagna, hanno invece preso una posizione netta, sottoscrivendo una dichiarazione contro l'inserimento del nucleare nella tassonomia Ue. Una mossa che sa molto di risposta alla lettera inviata a metà ottobre, alla Commissione europea, con cui 12 Paesi, in prima linea la Francia, chiedevano di riconoscere l'energia nucleare come fonte di energia a basse emissioni, da inserire nei piani Ue per la "transizione verso la neutralità climatica". Insieme a Parigi, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Finlandia, Ungheria, Polonia, Slovacchia, Slovenia e Romania. 

"NUCLEARE FUORI DALLA TASSONOMIA". MA ROMA NON PARTECIPA - Questa volta è toccato alla Germania, capeggiare il gruppo di Paesi anti-nucleare. "L'energia nucleare non può essere una soluzione alla crisi climatica" ha affermato il ministro dell'Ambiente tedesco Svenja Schulze, secondo cui si tratta di tecnologie troppo rischiose, lente e non sostenibili. Non solo. Inserire l'energia nucleare nell'elenco approvato dall'Ue rischierebbe di "distogliere fondi dalle energie rinnovabili, come eolico e solare" e, secondo il ministro tedesco "minerebbe la credibilità" della stessa tassonomia della finanza sostenibile. A sottolineare la posizione assunta dall'Italia, non firmando la dichiarazione insieme agli altri Paesi, anche Eleonora Evi e Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde. "Nei giorni scorsi abbiamo denunciato a più riprese il sospetto di un accordo tra Italia e Francia per consentire al nucleare di essere considerato un investimento sostenibile, in cambio dell'inserimento del gas" hanno commentato, sottolineando che si tratterebbe di un "accordo scellerato, che farebbe dirottare i finanziamenti destinati alla transizione ecologica verso l'industria nucleare dei francesi e al mantenimento dell'industria del gas italiana, a cui Cingolani non perde occasione di dimostrare sostegno".

LA POLEMICA POLITICA - Il tutto inserito nella cornice di una polemica politica in salsa italiana, con il leader della Lega Matteo Salvini, che ha annunciato, in conferenza stampa alla Camera per presentare le proposte alla legge di Bilancio della Lega, che il Carroccio intende inserire il nucleare nella manovra economica. "Siamo circondati da centrali, perché non possiamo fare come la Francia, o come la Slovenia? "Rispetto a una pala eolica che mi deturpa il paesaggio preferisco una centrale nucleare" ha commentato Salvini, ritenendo che il nucleare di ultima generazione sia "l'energia più pulita, meno costosa, meno impattante, più green e sicura al mondo". Tanto che, nello stesso giorno in cui la Germania e altri Paesi europei chiedono di escludere il nucleare dalla tassonomia, alla Camera, Maurizio Lupi di Noi con l'Italia presenta come primo firmatario una mozione di indirizzo al governo per prendere in considerazione quello che definisce "il nucleare green" affinché il Parlamento discuta e voti a favore del nucleare di quarta generazione. E ricordando, non a caso, due verità: "Che alcune nazioni stanno già facendo investimenti" e che "la stessa Ue sta chiedendo che il nucleare green possa essere considerato tra le fonti rinnovabili". Perché il punto critico è proprio quello. La posizione che sta assumendo la Commissione Ue, con alle porte il semestre di presidenza francese nel Consiglio Ue. Entro il 7 dicembre prossimo, la Commissione europea dovrà decidere.  

E la deputata Rossella Muroni di 'FacciamoEco' ha già annunciato: "Se la Commissione deciderà per il sì, siamo pronti al referendum assieme a comitati ed associazioni europee". E in Italia? Per Lupi è necessario "che si superi il referendum del 2011" e garantisce "l'unità del centrodestra su una tecnologia sicura da affidare alle eccellenze italiane". Morale: ora il Parlamento dovrà calendarizzare la proposta in una prossima delle sedute di Montecitorio.

LE RAGIONI DEL NO - Ma oltre duemila persone hanno già firmato la petizione per dire no all'inserimento di nucleare e gas all'interno della tassonomia verde europea, lanciata su change.org dall'Osservatorio per la transizione ecologica. "Salvini (che parla anche di costi della bolletta, ndr) studi di più: l'energia nucleare è costosissima oltre ad essere estremamente pericolosa. Il fatto che non si producano scorie narrative è falso tanto quanto un asino che vola" ha spiegato Angelo Bonelli. I dati: "L'energia nucleare costa 16,3 euro kWh contro i 3,7 euro kWh del solare. Oltre a essere un'energia pericolosa, il nucleare sopravvive solo grazie all'enorme finanziamento pubblico". Che verrebbe sottratto alle fonti rinnovabili. Strategia, invece, perseguita dalla Germania che chiuderà l'ultima centrale nucleare nel 2022 e ha approvato il suo piano energetico con l'uso esclusivo di energie rinnovabili a partire dal 2050.

IL NUCLEARE DI QUARTA GENERAZIONE: MA QUALE? - Di recente, Legambiente ha pubblicato alcune domande e risposte per smontare le bufale sul nucleare. Ecco una risposta rispetto alla sicurezza del nucleare di quarta generazione: "Non esistono impianti industriali di quarta generazione e di conseguenza basi per tale affermazione. Le tecnologie di IV generazione prevedono inoltre lo sviluppo di reattori "veloci", di tipo fastbreeder (autofertilizzanti), che presentano criticità di sicurezza maggiori e usano il Plutonio, che è il più radio tossico degli elementi radioattivi e, soprattutto, il più proliferante verso le armi nucleari". E poi ci sono le parole del premio Nobel per la fisica Giorgio Parisi: "Per la quarta generazione degli impianti nucleari a fissione di cui si parla perché più sicuri - ha spiegato al Corriere della Sera - adesso esistono solo prototipi, che devono dimostrare la loro qualità; tuttavia sono sempre da escludere dove vive la gente. È diverso se i cinesi vogliono realizzarle in zone remote".