— Mezzanotte nucleare, poche decine di secondi per arrivarci: come evitarlo? —

La guerra nucleare può essere scatenata anche solo per errore, per incidente o per sabotaggio 

(Luigi Mosca)

Si parte qui dall'analisi di un rischio : il rischio di un evento spaventoso e globale, il peggiore che si possa immaginare per l'Umanità e gli altri esseri viventi sul pianeta Terra, cioè il rischio dello scatenarsi di una guerra nucleare.

Questo rischio è regolarmente analizzato da una équipe di 'scienziati atomici' (o piuttosto nucleari) dell'Università di Chicago, assistiti da una quindicina di Premi Nobel di varie discipline, a partire dall'anno 1947 : è il cosiddetto 'Orologio dell'Apocalisse' (Doomsday) che viene aggiornato annualmente e che indica quanti minuti (o secondi) mancano alla "fine del mondo".

Mentre è chiaro che si tratta di una rappresentazione simbolica, cio' che non è solo simbolico, ma ben reale, è il livello di rischio di volta in volta cosi' rappresentato, e quindi anche le sue variazioni nel tempo.

Attualmente questo "tempo restante" è di 100 secondi, mentre alla fine della 'guerra fredda' era risalito a 17 minuti.

Su quali elementi si basa questo tipo di analisi ? Sostanzialmente sull'importanza degli arsenali nucleari (attualmente circa 14 000 bombe, in media 30 volte più potenti di quella su Hiroshima), e dei sistemi di lancio (sottomarini, basi terrestri, cacciabombardieri, ...), sulla loro modernizzazione, sulle dottrine riguardanti le diverse strategie (stato di allerta, attualmente con circa 2000 bombe, criteri per una risposta o addirittura per un intervento preventivo, etc), sui conflitti armati in corso o in prospettiva nel mondo, sulla situazione climatica ed ambientale e sulla loro evoluzione, sugli squilibri socio-economici, etc.

In tempi più recenti poi la modernizzazione si è fatta anche innovazione, con la progettazione e lo sviluppo di missili da crociera ipersonici (5 volte più veloci dei precedenti) missili a propulsione nucleare, le nuove bombe B61-12, le mini-nukes, senza parlare della crescente militarizzazione dello spazio, il tutto sempre più pilotato con algoritmi dell'Intelligenza Artificiale, il che rende praticamente impossibile un controllo da parte dell'uomo delle minacce nucleari e delle loro conseguenze (un missile ipersonico impiegherebbe pochi minuti per raggiungere la città di Mosca a partire da un paese dell'Est dell'Europa !)

La conseguenza evidente di tutto questo è che il solo modo per togliere di mezzo questa spaventosa 'spada di Damocle' sospesa sopra l'intera Umanità è l'abolizione totale delle armi nucleari.

Si pone allora la domanda cruciale : come arrivarci ?

La mia convinzione personale è che gli Stati nucleari disarmeranno solo quando si renderanno conto che il rischio sempre crescente di una guerra nucleare è diventato inaccettabile, e cio' prima di tutto per loro stessi. (Il paradosso attuale è che sono soprattutto gli Stati del Sud ad essere molto preoccupati per questo rischio, mentre il 'teatro' di una possibile guerra nucleare sarebbe essenzialmente nell'emisfero settentrionale, dove si trovano tutti gli stati nucleari e quasi tutti loro alleati!)

Percio' la nostra azione dovrebbe, credo, essere orientata a creare questa presa di coscienza negli Stati nucleari, agendo sia sul piano diplomatico che su quello di una sensibilizzazione dell'opinione pubblica (attualmente ancora perlopiù in uno stato di profonda ignoranza in materia) e utilizzando il TIAN nel suo ruolo di "catalizzatore" e già stigmatizzante le armi nucleari.

E' quindi necessario ed urgente aprire un dialogo in particolare con dei Paesi come la Russia e la Cina, attualmente considerati dagli USA (ed in modo bipartisan!) loro principali nemici, dai quali difendere tutto l' « Occidente » !

Per quanto riguarda la Russia, Emmanuel Macron, Ursula von der Leyen, e, sotto certe condizioni, Joe Biden hanno manifestato dei segni di apertura in questa direzione, ma per ora si scontrano con il "muro" dei paesi dell'Est europeo.

Come già avevo scritto più per esteso su Pressenza (*), è indispensabile aprire dei negoziati con la Russia, appoggiati ed anche promossi dai vari movimenti pacifisti e più largamente dall'opinione pubblica, già per trovare una soluzione, soddisfacente tutte le parti, per le comunità russofone nei paesi dell'Est, che costituiscono altrettante 'bombe a ritardo', delle quali una è già scoppiata in Ucraina. Cio' favorirebbe anche una possibilità di negoziati sul disarmo nucleare.

In parallelo, un dialogo con la Cina dovrebbe avere come scopo l'innesco di un disarmo nucleare mondiale, condizione perché gli Stati dotati di queste armi ed i loro alleati possano finalmente aderire al trattato TPNW.

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(*) « Entrata in vigore del Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari: quali prospettive? » sull'Agenzia di Stampa Internazionale 'Pressenza'