Rispettare, in Italia e nelle sedi internazionali, i referendum approvati nel giugno 2011

dal G20 alle scadenze europee passando per la COP26 

(è sempre attuale la petizione perché sia attuata la volontà popolare disattesa contro il nucleare e per i beni comuni, a partire da energia e acqua)

I referendum abrogativi in Italia del 2011 si tennero il 12 e il 13 giugno ed ebbero ad oggetto quattro distinti quesiti, il terzo di questi era relativo all'energia nucleare.

L'elettore ha avuto la facoltà di votare per uno o alcuni dei quesiti referendari. Affinché ciascuno dei quattro referendum fosse valido, era richiesta la partecipazione al voto, per il rispettivo quesito, della maggioranza degli aventi diritto.

Gli elettori chiamati al voto erano 47 118 352 (22 604 349 di sesso maschile e 24 514 003 di sesso femminile), più 3 300 496 elettori residenti all'estero. Il quorum da raggiungere per la validità della consultazione era pari alla maggioranza degli aventi diritto, vale a dire 25 209 425 elettori, soglia poi superata con il totale del 54,81% (primo quesito), 54,82% (secondo quesito), 54,79% (terzo quesito) e 54,78% (quarto quesito) degli elettori residenti in Italia e all'estero.

Per tutti i quattro quesiti il numero dei voti favorevoli ha superato il numero dei voti contrari; le norme sottoposte a referendum sono state quindi abrogate a norma dell'articolo 75 della Costituzione.

I due quesiti sui servizi pubblici locali a rilevanza economica e sulla determinazione della tariffa del servizio idrico derivano da un'iniziativa civica promossa dal Forum italiano dei movimenti per l'acqua, una rete che raggruppa varie associazioni e supportata esternamente dai principali partiti politici della sinistra radicale e dell'area ambientalista. I referendum sull'energia nucleare e sul legittimo impedimento sono stati promossi su iniziativa dell'Italia dei Valori.

Il nucleare era oggetto del terzo quesito.

Titolo: Abrogazione delle nuove norme che consentono la produzione nel territorio nazionale di energia elettrica nucleare

La normativa sulla ripresa dell'energia nucleare in Italia è contenuta nella legge n. 99/2009 e nel decreto legislativo n. 31/2010.

Il testo del quesito referendario su cui sono state raccolte le firme e si è votato faceva quindi riferimento a tale normativa.

A titolo di cronaca, informiamo anche sul quarto quesito, che riguardava il cd legittimo impedimento. Titolo: Abrogazione di norme della legge 7 aprile 2010, n. 51, in materia di legittimo impedimento del Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Ministri a comparire in udienza penale, quale risultante a seguito della sentenza n. 23 del 2011 della Corte Costituzionale.

Ultima ora: la Von der Leyen afferma che "il nucleare serve all'Europa per fare i conti con la crisi energetica". A dicembre la proposta

La presidente della Commissione europea, al termine del vertice si esprime sulla necessità di diversificare le fonti di approvvigionamento e propone il nucleare come "fonte stabile" accanto alle rinnovabili.

Si legga al seguente link il dispaccio dell'AGI, sotto riportato, diramato il 23 ottobre 2021 :

https://www.agi.it/estero/news/2021-10-23/ue-crisi-energetica-von-der-leyen-nucleare-serve-14291688/

AGI - L'Ue è chiamata a fare i conti con la crisi energetica immediata, con i prezzi alle stelle, ma anche con l'imponente sfida della transizione ecologica. E su questo dovrà scegliere quali fonti valorizzare, quali salvare e quali abbandonare nella prossima fase di transizione. E lo farà entro dicembre.

Al termine del vertice Ue, dopo la discussione di ieri sera durata oltre cinque ore, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha tracciato la sua linea. "Se esaminiamo l'aspetto di medio e lungo termine, lavoreremo su altre misure per aumentare la resilienza e l'indipendenza dell'Unione europea: vogliamo esplorare come stabilire una riserva strategica di gas, esplorare la possibilità di appalti comuni, intensificheremo l'outreach verso i diversi fornitori per diversificare le fonti di approvvigionamento e dobbiamo accelerare il lavoro sull'interconnessione", ha spiegato.

"In parallelo a tutto questo, valuteremo il funzionamento del mercato del gas e dell'elettricità oltre che del mercato Ets e riferiremo verso la fine dell'anno", ha aggiunto. "Questo mi porta al mix energetico del futuro: è ovvio che abbiamo bisogno di più energia rinnovabile e pulita, se consideriamo il costo di produzione dell'energia rinnovabile, per il solare è dieci volte meno cara di dieci anni fa, l'energia eolica è volatile, pero' è del 50% meno cara di dieci anni fa, quindi vi sono rinnovabili e sono fonti che abbiamo in casa. Accanto a questo abbiamo bisogno di una fonte stabile, il nucleare per esempio, e durante la transizione anche del gas naturale. Come abbiamo già detto ad aprile, presenteremo la proposta sulla tassonomia tra breve", ha annunciato la leader dell'esecutivo Ue aprendo qualche spiraglio per il nucleare. "Nucleare e rinnovabili ci danno anche indipendenza", ha aggiunto.

A dicembre proposta su nucleare

"Abbiamo parlato anche di nucleare. Alcuni Paesi chiedono di inserirlo tra le fonti di energia non inquinanti", ha confermato il presidente del Consiglio, Mario Draghi. "La Commissione procederà a una proposta a dicembre. Ci sono posizioni molto divisive in Consiglio. Vedremo quale nucleare e poi in ogni caso ci vuole moltissimo tempo", ha aggiunto.

Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha preso la palla al balzo: "Bene la Ue, anche in Italia occorre ripensare e superare il no al nucleare pulito e sicuro di ultima generazione, Lega pronta a presentare una proposta di legge", ha dichiarato. Tornando a Bruxelles. Tutti sono d'accordo sull'ineluttabilità delle rinnovabili. Il Consiglio europeo sostiene fermamente questa strategia, nonostante i continui inconvenienti di Polonia, Ungheria e, in misura minore, della Repubblica Ceca. Non c'è nemmeno dubbio che il gas, considerato economico e stabile, si qualifichi come "energia di transizione".

Ma ogni Stato membro ha una realtà energetica diversa e una propria percezione dell'attuale crisi dei prezzi, con "divergenze sulle cause, sugli effetti, sulla durata e su come affrontarla", riconoscono fonti diplomatiche. La Germania non abbandonerà il carbone prima del 2040, ma cesserà con il nucleare nel 2022, mentre la Francia ha il secondo parco atomico più grande del mondo e vuole rafforzarlo. Il principale fornitore di gas della Spagna è l'Algeria, l'Irlanda lo importa dalla Scozia e la Finlandia lo ottiene dalla Russia, come faceva la Lituania fino a quando non ha cominciato a portarlo dalla Norvegia. Pertanto, la riflessione di ampio respiro, con profonde implicazioni politiche, economiche e sociali, deve tener conto "della diversità e della specificità delle situazioni degli Stati membri", affermano le conclusioni approvate dal Consiglio. 

l vertice si è anche impegnato a valutare se "certi comportamenti commerciali" nei mercati del gas, dell'elettricità e dell'Ets "richiedano più misure normative". Ci sono Paesi, come la Spagna, che ritengono che il mercato elettrico "non stia inviando i segnali di prezzo adeguati" mentre altri partner, come la Polonia, ritengono che l'energia stia diventando più costosa, anche a causa delle speculazioni sulle emissioni.

Le conclusioni di queste analisi saranno note nei prossimi mesi, anche se la premessa della Commissione è che non vi siano indicazioni di errori o manipolazioni. Uno dei temi al centro del dibattito energetico, che prende slancio di fronte alla necessità di rilasciare meno Co2 e ai prezzi elevati delle importazioni di idrocarburi, è l'energia nucleare, che rappresenta il 26% dell'elettricità nell'Ue e il 13% del consumo finale di energia.

Tredici dei 27 Stati membri dell'Ue dispongono di reattori nucleari e, sebbene alcuni si stiano muovendo verso l'abbandono di questa fonte di generazione poichè gli impianti esauriscono il loro ciclo di vita, dieci Paesi spingono per indentificarlo come fonte green. L'energia nucleare è "una fonte di energia economica, stabile e indipendente", sostiene il gruppo di Paesi, guidato da Francia e composto da Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Finlandia, Ungheria, Polonia, Slovacchia, Slovenia e Romania. Vorrebbero che la generazione atomica fosse vista come un investimento sostenibile nelle regole della "tassonomia" che la Commissione europea prepara, in modo che apra le porte a condizioni di finanziamento amichevoli. Bruxelles, che si dichiara tecnologicamente neutrale, rimanda da anni questa decisione politica.

La crisi dei prezzi coincide con l'avvio dei negoziati legislativi per raggiungere l'obiettivo dell'Ue di accelerare il taglio delle emissioni di CO2 del 55% entro il 2030 rispetto al 1990. Polonia e Ungheria hanno già attaccato direttamente la proposta della Commissione europea, collegando l'aumento dei prezzi alle politiche climatiche e accusando la Commissione di mettere in pericolo le classi medie, una preoccupazione estrema a Bruxelles, sottolineano le fonti.

Crea anche incertezza non sapere quanto durerà l'escalation dei prezzi. La Commissione ritiene che la carenza diminuirà ad aprile, quando si prevede che il nuovo gasdotto russo Nord Stream 2 inizierà a pompare gas in Germania attraverso il Baltico. Altri paesi, come la Spagna, temono che possa trascinarsi. "Nessuno mi garantisce che questo aumento dei prezzi sarà risolto in pochi mesi", ha dichiarato il presidente francese Francia, Emmanuel Macron, in conferenza stampa.


 

4 NOVEMBRE. Evento promosso da XR PACE, Disarmisti esigenti, WILPF Italia e partners, con la collaborazione di Radio Nuova Resistenza


ALLA COP 26 SALVIAMO IL CLIMA CON IL DISARMO E SENZA IL NUCLEARE


Il 4 novembre, in occasione della Conferenza ONU contro il riscaldamento globale, gli ecopacifisti scozzesi, XR PEACE in testa, hanno lanciato una mobilitazione internazionale su pace e clima: il disarmo, cioè il taglio delle attività militari che contribuiscono alle emissioni per il 20%, va inserito ufficialmente negli accordi di Parigi del 2015. Una ONG, World beyond War (WBW), è riuscita a presentare, in questo senso, un emendamento agli accordi, che sono appunto in via di revisione alla COP di Glasgow.

Disarmisti esigenti, WILPF e partners sono presenti con una loro delegazione alla conferenza, che si tiene dal 31 ottobre all'11 novembre, e ovviamente parteciperanno anche a tutte le iniziative della società civile fuori dal Palazzo, con focus particolare sul corteo del 4 novembre nella cittadina scozzese.

E' una manifestazione, cui ci si collegherà da tutto il mondo, che sosterremo con incontri e azioni collegate a Milano e in Italia, culminanti con la discussione che svolgeremo il 4 novembre, dalle ore 18.00, nella sede fisica di Kronos Pro Natura, via Borsieri 12 a Milano (Quartiere Isola).

Un articolo apparso sul Manifesto il 22 ottobre (rinvenibile al link: https://ilmanifesto.it/salviamo-il-clima-con-il-disarmo-e-senza-il-nucleare/) riassume bene la problematica che affronteremo nell'incontro.

Vi leggiamo: "I nostri obiettivi principali come movimenti di base ecopacifisti da portare alla Cop26 sono: - l'inserimento dell'impatto delle attività militari e del disarmo negli accordi di Parigi;- lo sbarramento al rientro in gioco della lobby nucleare. Nella consapevolezza che quando parliamo di opposizione al nucleare teniamo ben presente il rapporto inscindibile tra la sua forma civile e quella militare. A Glasgow dobbiamo continuare il lavoro per costruire un coordinamento antinucleare europeo e organizzarlo ad esempio sul terreno di una ICE (iniziativa dei cittadini europei) che impegni la Commissione Ue a raccomandare agli Stati membri di aderire al Tpan - trattato di proibizione delle armi nucleari. Oltre alla minaccia costituita dalla crisi climatica dobbiamo essere consapevoli della minaccia rappresentata dalla emergenza nucleare".

L'articolo, a firma Laura Tussi, già metteva sull'avviso: "Non va dimenticato che stiamo rischiando, con la nuova corsa agli armamenti in atto, di ritornare al problema che affrontammo e contribuimmo a risolvere con le lotte degli anni '80: gli euromissili in Europa. E attualmente con i missili ipersonici e le B61-12 aumentano le possibilità anche della guerra nucleare per errore!

La strada della pace non può essere dimenticata se si vogliono coniugare giustizia ambientale e giustizia sociale, e per questa via, consapevoli della nostra "terrestrità", della nostra appartenenza alla Terra, salvarci tutti".

E' proprio quello che, disgraziatamente, il Climate camp di Roma, allestito per il G20, ha dimenticato: noi vogliamo chiederci, tra l'altro e ancora una volta, perché i nuovi movimenti giovanili ecologisti non riescano a mettere insieme proposte e percorsi per contrastare minacce che nella realtà sociale agiscono in modo assolutamente intrecciato.

L'incontro sarà presentato da Alfonso Navarra, portavoce dei Disarmisti esigenti, e introdotto da Antonia Sani e Patrizia Sterpetti, di WILPF Italia.

Videoregistrazioni di Alex Zanotelli e Moni Ovadia.

Renato Franchi con la sua chitarra porterà un contributo musicale e culturale.

Saranno proiettate riprese provenienti dal corteo di Glasgow.

Seguono interventi programmati (Ennio Cabiddu da Glasgow, Luigi Mosca da Parigi, Daniele Barbi da Treviri, Giuseppe Farinella da Milano, Laura Tussi e Fabrizio Cracolici da Nova Milanese) e interventi liberi da parte del pubblico, auspicabilmente convinto che il referendum antinucleare vinto nel 2011 vada rispettato.

In Italia gli antinucleari possono ancora proclamare senza essere smentiti: WE, THE PEOPLE!

IL CLIMATE CAMP A ROMA DEL 28-29-30-31 OTTOBRE / 1 NOVEMBRE 2021


VOI G20, NOI G~siamo tuttə L' alternativa


Il 30 e 31 ottobre i "grandi" del G20 si incontreranno a Roma per provare a dare una verniciata di verde alle stesse ricette liberiste che hanno causato l'attuale crisi ecologica e sociale.Negli stessi giorni continuerà l'onda delle mobilitazioni che in questi mesi hanno portato in piazza in tutta Italia l'alternativa, fatta di rabbia, gioiosa determinazione e di proposte concrete.
Per continuare a costruire quelle proposte, tessendo reti e rapporti sempre più solidi, invitiamo tuttu a un Climate Camp a Roma, dal 28 sera al 1 mattina, in cui ci sia spazio per il confronto tra movimenti e individui, per incrociare esperienze e proposte, per vivere momenti di azione, mobilitazione e convivialità che siano carburante per le sfide che ci attendono.Sarà anche l'occasione per incrociare la preziosa esperienza della gira zapatista, incontrando le delegazioni e il gruppo del consiglio nazionale indigeno che proprio in quei giorni saranno presenti a Roma.
E' la prima volta che un incontro del genere si svolge a Roma, emblema della città insostenibile dal punto di vista ecologico e umano, attraversata da diseguaglianze sociali e vertenze che spesso vanno molto oltre il territorio cittadino.Vogliamo fare in modo che questa sia un'opportunità per riflettere sul ruolo delle città nell'attuale modello estrattivista, per provare insieme a ribaltarlo.
Vi aspettiamo!

Form per registrarsi qui:

Italiano https://forms.organise.earth/index.php?r=survey/index&sid=743528&lang=itInglese https://forms.organise.earth/index.php?r=survey/index&sid=743528&lang=en 


PROGRAMMA:

VENERDI Fri Oct 29
Dalle 17:30 Benvenuto e cena a seguire4:00pm - 5:30pm
Antispecismo4:00pm - 5:30pm
Migrazioni e cambiamenti climatici5:30pm - 7:00pm
Lavoro, transizione, PNRR10:00pm - 11:00pm
Autoformazione / Self-training***SABATO Sat Oct 30
10:30am - 12:00pm
Climate Justice e G202:00pm - 8:00pm
Corteo / Street demonstration9:00pm - 10:30pm
Proiezione / Movie night - Hambach documentary10:30pm - Sun Oct 31 12:00am
Musica!***DOMENICA Sun Oct 31
10:00am - 2:00pmCostruendo cammini comuni / Building common pathsDialogo tra percorsi e pratiche di lotta all'estrattivismo ed al colonialismo , Con la partecipazione del Congreso Nacional Indígena dal Messico.organizzano Logos 2021, Climate Camp, Lapaz Roma5:30pm - 7:00pm
Città estrattiviste e resistenze locali / Extractivist cities and local resistance5:30pm - 7:00pm
Laboratorio Ecotransfemminista multispecie "Siamo tuttə animalə ognunə con la propria diversitá" organizza Corpi e Terra e Libere soggettività trans* Non una di Meno7:00pm - 9:00pm
Proiezione documentario "Once you know" e workshop rigenerativo "The work that reconnects"9:00pm - 11:00pm
Presentazione del Libro di Diletta Bellotti***LUNEDI Mon Nov 1
10:00am - 1:00pm
Plenaria di saluto / Closing plenary
1:00pm - 6:00pm
Festival delle pulizie / Cleaning partyPer tutta la durata del camp a partire dal 29 sarà aperto h24 in sala Rossa ad Acrobax lo spazio BENessere e, al suo interno, il punto di ascolto antiviolenza. Uno spazio accogliente, inclusivo e tranquillo per le persone che hanno il desiderio di prendersi una pausa dai ritmi del campo, che cercano uno spazio di relazione safer più adeguato ai loro bisogni, e il punto di ascolto in cui ci saranno persone pronte ad ascoltarti e a intervenire


 

Sotto riportato, preceduto da una nota che lo contestualizza, IL TESTO DELLA PETIZIONE

10 ANNI DALLA VITTORIA DEI REFERENDUM SU ACQUA E NUCLEARE: CONVERGIAMO PER IL RISPETTO DELLA VOLONTA' POPOLARE

Per sottoscrivere online: 
https://www.petizioni.com/rispettarereferendum

SEGUE DICHIARAZIONE, PRIMI PROPONENTI ALEX ZANOTELLI E MONI OVADIA: RESPINGIAMO L'INNATURALE ALLEANZA NUCLEARE-RINNOVABILI

Per partecipare alla discussione on line, con inizio alle ore 18:00, che contribuisce alla giornata internazionale del 4 novembre su pace e clima, lanciata dagli ecopacifisti scozzesi:


meet.google.com/gfs-hpet-dgb

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Una premessa degli organizzatori, aggiunta ad inizio ottobre, che aggiorna il contesto della iniziativa


Siamo alla vigilia del G20 di Roma (30-31 ottobre 2021), e della COP26 di Glasgow (31 ottobre-12 novembre 2021). Quanto proponevamo, questo giugno 2021, a dieci anni dal voto del 2011, nella petizione per rispettare il referendum vinto dopo Fukushima, diventa attuale e urgente, soprattutto per quanto riguarda quella che avevamo definito la direttrice due, relativa agli impegni internazionali. E' arrivato, in particolare, il momento che il governo Draghi in sede europea, al limite ricorrendo al potere di veto, rigetti il tentativo dei Paesi, guidati dalla Francia, di fare accettare - nella tassonomia europea - il nucleare come energia indispensabile per la transizione energetica al modello rinnovabile, ritenuto universalmente sbocco finale necessario e inevitabile. Bisognerebbe invece che il nostro esecutivo si schierasse con la Germania, che ha deciso di chiudere le sue centrali atomiche entro il 2022. L'elenco dei sostenitori sfacciati della opzione nucleare include anche Bulgaria, Croazia, Cechia, Finlandia, Ungheria, Polonia, Romania, Slovacchia e Slovenia: i ministri dell'economia hanno firmato un comunicato congiunto apparso l'11 ottobre sui principali organi di stampa europei. 

(Per la notizia si vada su: https://www.euractiv.com/section/energy-environment/news/10-eu-countries-back-nuclear-power-in-eu-green-finance-taxonomy/) 

La Commissione UE deve allora smettere di rinviare la scelta oltre la proroga già fissata per novembre, recependo le sollecitazioni da parte ONU e le pressioni dei movimenti di base che "ascoltano la scienza". E non dovrebbe cedere sull'ipotesi di un compromesso al ribasso, che inserisca il nucleare, insieme al gas, tra le fonti cosiddette "transizionali" .

L'allarme sulla emergenza climatica, ribadito dal sesto rapporto IPCC dell'ONU, è ormai inequivocabile: bisogna agire urgentemente ed in modo radicale per bloccare l'innalzamento della temperatura della terra entro un grado e mezzo, mentre il rischio è che si arrivi addirittura ai tre gradi e mezzo.
10 paesi europei, con naturalmente lo Stato atomico francese alla guida, invece propongono un trucco retorico per assimilare il nucleare alle energie rinnovabili, onde evitare di prendere impegni per ridurre effettivamente al loro interno l'uso dei combustibili fossili rispettando così gli obiettivi, evidentemente traumatici per il vecchio modello centralizzato e militarizzato, dell'accordo di Parigi. 

Dare una mano di vernice verde al nucleare non ha alcuna solida base fattuale (il presunto risparmio di CO2, è tutto sommato contenuto ed ampiamente contrappesato dal micidiale inquinamento radioattivo) ed è sicuramente contro gli impegni presi dalla comunità internazionale per il clima. 

Se l'Unione Europea dovesse accettare la pretesa della Francia e degli altri paesi, al di là della propaganda, avremmo i seguenti, inaccettabili, effetti pratici: i fondi del Next Generation EU finanzierebbero l'industria di stato francese (Areva); la vita dei vecchi reattori russi (VVER) siti in R. Ceca, Slovacchia, Ungheria, Bulgaria, sarebbe pericolosamente prolungata oltre i 40 anni ; sarebbe finanziata l'installazione in Polonia di centrali EPR francese e ABWR americana; il tutto andrebbe a foraggiare le enormi spese necessarie per lo smantellamento del sovra dimensionato nucleare civile francese che, altrimenti, ricadrebbero sui contribuenti nazionali. 

Non ci sfugge, cosa però non evidente per gli stessi movimenti ecologisti, che il nucleare civile è base necessaria per un armamento atomico, come è evidente nel caso della "force de frappe" francese. 

Occorre impedire che parte dei finanziamenti europei per le energie rinnovabili finisca per sostenere una scelta strategico-militare,a conti fatti, al di fuori dei veri interessi europei di lungo termine e ancora di più degli obiettivi del Next Generation EU.

La COP26 di Glasgow non è affatto estranea a questa problematica perché anche per questa occasione, cruciale per la diplomazia internazionale, dobbiamo registrare un forte assalto della lobby nucleare per riprendersi spazi che l'accordo di Parigi del 2015 aveva non scontatamente chiuso. Un elemento in questo senso significativo è ad esempio l'intervento a gamba tesa dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (IAEA, in inglese AIEA) che lancia una sua nuova pubblicazione appositamente destinata alla Conferenza ONU sul clima. L'aspetto preoccupante dell'iniziativa è che essa è esplicitamente supportata da dichiarazioni ufficiali favorevoli di governi del calibro di USA, Cina, Russia, Francia, UK (guarda caso i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, tutti potenze atomiche militari), con il concorso di Giappone, Canada, Finlandia e Polonia. Il rapporto "Nuclear Energy for a Net Zero World" è il tentativo dell'AIEA di sostenere gli investimenti e la politica che spaccerebbero il nucleare come contributo all'energia pulita globale.

Il rapporto in primo luogo sottolinea il contributo dell'energia nucleare fino ad oggi, prima di approfondire il modo in cui il nucleare può sostituire i combustibili fossili, e in particolare il carbone, per la produzione di energia e per il riscaldamento. Un capitolo è incentrato sulla capacità dell'energia nucleare di supportare ulteriori risultati grazie alle rinnovabili in rapida crescita come l'eolico e il solare e su come possono lavorare insieme per aggiungere idrogeno come combustibile liquido pulito.

E' la tesi che per l'appunto respingiamo con la dichiarazione che proclama come "innaturale" l'alleanza nucleare-rinnovabili, sotto riportata e sottoscritta da Alex Zanotelli, Moni Ovadia, Mario Agostinelli, Alfonso Navarra, Luigi Mosca, Antonia Sani, Ennio Cabiddu, Patrizia Sterpetti.

La relazione, ancora, incoraggia gli investimenti pubblici e privati ​​nell'energia nucleare. L'AIEA fa appello ai responsabili delle politiche affinché rilancino gli investimenti pubblici e il sostegno agli investimenti privati ​​nell'energia nucleare, comprese le estensioni a vita, come parte e insieme ai "Green Deals" e ai pacchetti di recupero. Devono adottare quadri ESG (ambientali, sociali e di governance) "tecnologicamente neutri" per gli investimenti a basse emissioni di carbonio e garantire che la politica sia coerente, abbracciando quadri normativi, progettazione del mercato, pianificazione delle infrastrutture e incentivi fiscali come le tassonomie.

A proposito della Tassonomia dell'Ue, in attesa di chiarimenti sull'inclusione del nucleare, vediamo affermato nel rapporto: "Il nucleare ha caratteristiche ambientalmente neutre. Speriamo che questo venga preso in considerazione. In questa situazione, ciò che è fondamentale è che le posizioni assunte siano raggiunte sulla base di una solida analisi scientifica."

Non viene, infine, dimenticata l'importanza fondamentale, dal punto di vista degli estensori, di mantenere in funzione l'attuale parco nucleare. L'AIEA ha dichiarato che l'estensione del funzionamento delle centrali nucleari da 40 a 60 anni manterrebbe 95 GWe di generazione a basse emissioni di carbonio entro il 2025 e altri 90 GWe entro il 2030.

Il costo dell'investimento è stato fissato a 650 USD per kW per progetti di estensione in gran parte dell'Europa e degli Stati Uniti e addirittura creerebbe fino a 370.000 posti di lavoro in un decennio.

"L'investimento nell'energia nucleare è tra le azioni più efficaci per una ripresa economica sostenibile post-COVID, così come la transizione verso un sistema energetico a zero emissioni nette resiliente", troviamo scritto nel rapporto AIEA.

(Per leggere il rapporto IAEA andare al link:

https://www.iaea.org/resources/brochure/nuclear-energy-for-a-net-zero-world )

Per la COP di Glasgow ci stiamo organizzando, come ecopacifisti, in particolare Disarmisti esigenti, WILPF e partners, in direzione esattamente opposta: pensiamo sia necessario, se si ha a cuore una conversione energetica ed ecologica che faccia sul serio la pace tra la società umana e la natura - salvando oltretutto la specie umana dal pericolo di un collasso di civiltà se non addirittura dell'estinzione - non solo sbarrare la porta al nucleare sia civile che militare, ma più chiaramente e radicalmente inserire in modo ufficiale il disarmo nel testo degli accordi di Parigi sul clima.

Le attività militari e belliche hanno un impatto ambientale e climatico - valutabile intorno al 20 per cento delle emissioni globali - che non può essere ignorato e che esige il "taglio" parallelo delle spese militari e delle produzioni di armi, nonché la cessazione dei conflitti armati in corso e della preparazione di nuovi conflitti come presunta "deterrenza".

C'è un appello in questo senso degli ecopacifisti scozzesi per una mobilitazione internazionale su pace e clima da svolgersi nella giornata del 4 novembre. Maggiori informazioni su questa iniziativa è possibile trovarle sul blog collettivo che abbiamo appositamente predisposto per la nostra spedizione politica a Glasgow andando alla seguente URL: https://paceeclimaallacop26.cms.webnode.it/4novembre/

Agite ed invitate ad agire! Firmate e fate firmare!

***************************************************************IL TESTO DELLA PETIZIONE: 10 ANNI DALLA VITTORIA DEI REFERENDUM SU ACQUA E NUCLEARE: CONVERGIAMO PER IL RISPETTO DELLA VOLONTA' POPOLARE 

Il 12 e 13 giugno 2011 la maggioranza del popolo italiano ha votato contro il nucleare e contro la privatizzazione dell'acqua e dei servizi pubblici. 10 anni dopo, in piena pandemia, quella vittoria basata sulla difesa dei beni comuni e pubblici conserva e rafforza l'attualità di un impegno ad esigere il rispetto della volontà popolare. Noi, espressioni del movimento antinucleare italiano, condividendo le rivendicazioni dei movimenti per l'acqua pubblica, per la nostra parte, esigiamo pertanto dal governo Draghi:

DIRETTRICE 1 LUNGO LA QUALE MUOVERSI): di completare, a livello nazionale, il recesso da ogni piano nucleare risolvendo nel modo più razionale possibile l'eredità radioattiva di una stagione infausta.

Questo significa: a) ritirare le compagnie a partecipazione statale da ogni investimento e progetto nucleare; b) non consentire più l'acquisto di elettricità da fonte nucleare (vedi esempio austriaco); c) non finanziare la ricerca sulla fusione nucleare ed anche sul cosiddetto micronucleare concentrandola sulle rinnovabili; d) gestire la bonifica delle centrali dismesse e la sistemazione delle scorie evitando conflitti di interessi (SOGIN in primo luogo) e con strategie democraticamente organizzate capaci di ridurre il danno e i rischi su popolazioni e territori 

DIRETTRICE 2) di battersi contro il nucleare civile e militare in ogni sede europea e internazionale.

Questo significa: a) ratificare il Trattato internazionale sulla proibizione delle armi nucleari e, sulla base di esso, recedere dalla condivisione nucleare NATO (no euromissili, no ammodernamento delle B-61, no attracco di portaerei e sommergibili nucleari nei porti italiani, no permanenza di basi nucleari NATO e USA sul territorio italiano); b) rifiutare una "tassonomia" europea che inserisca la fonte nucleare tra le energie pulite; c) premere affinché le politiche energetiche europee si indirizzino alla fuoriuscita dal nucleare; d) anche nella COP26 il nucleare andrebbe compreso tra gli elementi climalteranti (tutte le emissioni derivanti dalle attività militari sarebbero da includere nel monitoraggio degli accordi di Parigi sul clima globale)e) ritirarsi dall'accordo Euratom del 1957, che prevede statutariamente il sostegno all'energia nucleare. Su questi obiettivi invitiamo a mobilitazioni convergenti in occasione dell'anniversario dei referendum: ribadiremo che la società ecologica della cura e della pace per la quale lavoriamo deve affermare come valore fondante della comunità un ordinamento giuridico orientato al costituzionalismo globale dei diritti dell'Umanità e della Natura. 

 Organizzatori: Alfonso Navarra - Disarmisti esigenti (info e contatti: 340-0736871 - www.disarmistiesigenti.org) Patrizia Sterpetti - WILPF Italia (cell. 320-7825935) Primi firmatari (firme personali con qualifica esprimente ambito di impegno politico/sociale: Alex Zanotelli - missionario comboniano Moni Ovadia - artista, ebreo contro Mario Agostinelli e Guido Viale - Laudato Si' Marco Bersani - Convergenza per la Società della curaAntonia Sani - WILPF Italia Ennio Cabiddu - Sardegna pulita Luigi Mosca - scienziato, Armes Nucleaires STOP Daniele Barbi - comitato antinucleare di Treviri (Germania) Antonio Mazzeo - campagna scuole smilitarizzate Marco Palombo - attivista no war Roma Marco Bertaglia, attivista di Extinction rebellion, formatore alla nonviolenza Sabina Santovetti, attivista di Extinction rebellion Laura Tussi - Peacelink Fabrizio Cracolici - Memoria e futuro Francesco Lo Cascio - Rete ambasciate di pace Giuseppe Farinella - Il Sole di Parigi Olivier Tourquet - Pressenza Alessandra Mecozzi - Fiom-CGIL Elisabetta Donini - ricercatrice su Donne e scienza Antonella Nappi - Donne, difendiamo la salutePierangelo Monti e Enrico Peyretti - animatori di impegno nonviolento Luciano Zambelli - Lega per il disarmo unilaterale Celeste Grossi - pace, disarmo Arci Lombardia Marco Salomone, WEEC Enrico Gagliano, No TRIV Roberto Brambilla, Lista Civica Italiana Vittorio Pallotti, CDMPI 

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RESPINGIAMO L'INNATURALE ALLEANZA NUCLEARE-RINNOVABILI (una dichiarazione dell'8 giugno 2021) 

 La lobby nucleare mondiale, rappresentata da "Nuclear for Climate", pericolosissima per la pace e gli equilibri naturali, esiziale per la stessa sopravvivenza umana, in vista della COP 26 di Glasgow, ha adottato una tattica subdola e astuta per rientrare in gioco e rilanciarsi: si propone, nel suo position paper (rinvenibile al link: https://www.euronuclear.org/news/cop26-position-paper-netzero-nuclear/), come alleata delle energie rinnovabili per il conseguimento dell'obiettivo della decarbonizzazione. I sottoscrittori del presente appello ritengono che la profferta unitaria indirizzata agli ambientalisti, volta a giustificare gli accordi verticistici nelle varie "cabine di regie", vada rifiutata: né i micro reattori modulari di cui ha parlato anche l'attuale responsabile del MAET Cingolani, chiamando in causa il "dibattito europeo", né tantomeno la fusione nucleare, che resta un miraggio, cambiano i termini della questione. Che sono, nella sostanza, ancora quelli che furono, in Italia, sottoposti al voto popolare il 12 e 13 giugno 2011, subito dopo la catastrofe di Fukushima, ricevendo un responso inequivocabile: l'unica cosa certa delle tecnologie nucleari applicate massivamente, in tutte le loro declinazioni energetiche e militari, sono i rischi per la salute e per l'ambiente. Ed anche per la pace, se si comprende l'indissolubilità del legame che tiene insieme il nucleare civile con quello militare, due facce della stessa medaglia. Fino alla minaccia di autodistruzione totale per incidente o per errore di calcolo, come ad esempio dimostrato dalla guerra per falso allarme evitata da Stanislav Petrov il 26 settembre 1983. Una osservazione di fondo va fatta, che porta ad escludere ogni compromesso opportunistico: è impossibile passare ad un modello decentrato con il nucleare di mezzo perché il controllo del combustibile deve essere sottoposto a valutazioni sanitarie e addirittura militari che ne escludono un impiego a sovranità territoriale. Sulla base di questo ragionamento noi ribadiamo la necessità che in Italia sia data piena e completa attuazione alla volontà popolare per la denuclearizzazione manifestata con il voto di dieci anni fa. Per questo, in coerenza, esigiamo l'adesione dell'Italia al trattato di proibizione delle armi nucleari e la recessione dalla condivisione nucleare NATO. Alla COP26 di Glasgow ci sembra importantissimo che il disarmo (quindi la denuclearizzazione), all'origine della formazione dell'ONU e dei suoi Statuti, sia incluso tra le soluzioni per l'emergenza climatica ed ecologica. L'attività militare e le guerre distruggono esseri umani e ambiente mettendo a rischio con la deterrenza nucleare la sopravvivenza di tutti; ma sono anche causa di gravissimo inquinamento permanente: quello che producono di CO2 - quantità ingentissime! (in varie stime, oltre il 15%) - va computato ufficialmente all'interno del percorso delle COP sul clima affinché si persegua, con monitoraggio adeguato, la sua riduzione ed eliminazione. Con l'obiettivo di un inserimento nel testo degli accordi di Parigi sul clima, su questo punto - no nucleare, no guerre, si disarmo, si pace tra gli uomini e pace tra gli esseri umani e la natura - invitiamo alla mobilitazione convergente di ecologisti e pacifisti nell'occasione della preCOP di Milano (dal 29 settembre al 2 ottobre) e della COP di Glasgow (dall'1 al 12 novembre). 

 Proponenti: Alex Zanotelli, Moni Ovadia, Mario Agostinelli, Alfonso Navarra, Luigi Mosca, Antonia Sani, Ennio Cabiddu, Patrizia Sterpetti 

Nota organizzativa: Per quanto riguarda i Disarmisti esigenti e i loro partners (WILPF Italia, Sardegna pulita, etc.) la risposta a questa "proposta indecente" l'ha già data il popolo italiano il 12 e 13 dicembre 2011 votando al referendum contro il rischio nucleare da produzione elettrica in tutte le sue declinazioni più o meno proliferanti dal punto di vista militare. Non esistano motivi per non continuare ad esigere politicamente il pieno rispetto del voto per molti aspetti ancora disatteso. Lasciamo agli ambiti accademici tutti gli approfondimenti del caso, come è nella loro natura e vocazione ...Noi intendiamo cominciare a porre le basi di un coordinamento europeo, con una riunione digitale, il 13 giugno 2021, inizio ore 10:

meet.google.com/vkg-sdjw-dem _________________________

LDU - Disarmisti esigenti - WILPF Italia